Rifiuti tessili tra riciclo, riuso e raccolta differenziata


Rifiuti tessili tra riciclo, riuso e raccolta differenziata

Oggi la produzione di abbigliamento, calzature e tessili per la casa ha un impatto pesante a livello di inquinamento idrico, emissioni di gas serra e rifiuti in discarica. La costante messa a disposizione di nuovi modelli e stili di abbigliamento a breve termine e a basso costo, negli ultimi anni ha infatti accelerato sia l’incremento della mole di vestiti prodotti sia di quelli buttati via, come si può approfondire nelle infografiche su “L’impatto della produzione tessile e dei rifiuti sull’ambiente” pubblicato sul sito del Parlamento EU.

Ecco perché anche in questo settore è fondamentale attuare un passaggio a un’economia circolare, basata sull’idea di riuso, riciclo, rigenerazione, riparazione e reimpiego. Nel suo piccolo, ognuno di noi può lanciare un segnale importante cambiando certe abitudini poco sostenibili, così da rendere meno profonda l’impronta che ogni giorno lasciamo impressa sulla Terra.

Le mode passano, gli abiti nell’armadio restano

Un cambio di taglia, un bambino in casa che cresce velocemente, uno stile di vita mutato, i gusti che si modificano…Sono molti i fattori che incidono sul nostro armadio e spesso capita di avere abiti in più, che non si usano da mesi, se non da anni. E allora ecco che arriva la fatidica domanda: che farne? Sono davvero tutti da buttare? Ovviamente, la risposta è: NO. La tendenza a gettare via abiti solo perché non si utilizzano più, infatti, non è certo sostenibile. Vediamo allora come potresti riutilizzarli.

Ridurre, per evitare sprechi  

Prima di tutto inizia a ridurre. A volte, infatti, può succedere: vedi un vestito in super sconto e lo acquisti solo per il fatto che, forse, in un’occasione particolare e non ben definita, potrebbe tornarti utile. Il suggerimento, in questi casi, è quello di contare sempre fino a 10. Per evitare inutili sprechi, meglio razionalizzare e acquistare solo ciò di cui hai realmente bisogno o di cui, in ogni caso, sei piuttosto sicuro.

Aggiustare e fare “refashion”

A volte alcuni capi “vissuti” hanno semplicemente bisogno di essere osservati sotto una nuova luce. Un jeans bucato o una maglia con un piccolo sfilacciamento, per esempio, possono facilmente essere recuperati e, addirittura, personalizzati con applicazioni, ricami o punti di rammendo. Su YouTube e in edicola trovi tantissime idee e tutorial a tal proposito; perché non tentare? E se, invece, a prendere in mano ago e filo non ci pensi proprio, sappi che esistono anche toppe, nastri e applicazioni termoadesive: serve solo il ferro da stiro e qualche minutino di tempo. Il gioco è fatto.  

Ci avevi mai pensato? Donando, scambiando o vendendo i tuoi abiti in buone condizioni ma che non metti più, attiverai un processo virtuoso di economia circolare. In questo modo ridurrai l’impatto sull’ambiente, ti farai spazio nell’armadio, darai valore alle cose che ti circondano e, magari, guadagnerai o risparmierai anche qualche euro.

Dona, baratta, vendi 

Acquisti sbagliati, capi che ti hanno stufato, pantaloni che non stanno più, regali che non rientrano nel tuo stile ma che sono comunque così belli e ben tenuti che buttarli via sarebbe un vero peccato…Sono situazioni piuttosto frequenti, che potrebbero generare spreco. Ma le soluzioni sono tante e nessuna contempla il bidone della spazzatura. Innanzitutto c’è la pratica della donazione a parenti, amici o persone che ne hanno bisogno. Specie quando nelle famiglie ci sono bambini piccoli (e che crescono velocemente) donare gli abiti che non stanno più è infatti una tendenza utile e intelligente. Nel caso in cui non si conoscesse nessuno, una buona opzione è anche la raccolta solidale: basta conferire gli abiti usati ma in buono stato nei bidoni gialli che trovi per strada. Se poi il tuo guardaroba straripa di abiti e accessori stilosi e in ottimo stato, non sottovalutare l’idea di organizzare uno swap party tra amici, colleghi di lavoro o vicini di casa. Cos’è lo swap party? Letteralmente “swapping” significa “scambiare” e, infatti, questa tendenza nata a Manhattan si basa proprio sull’idea del baratto, della condivisione e del divertimento. Perché quella maglia che a te non dice più niente, potrebbe essere invece un’occasione imperdibile per un’altra persona. Altre idee? Puoi anche vendere nei negozi e mercatini dell’usato o direttamente online dove, ormai, esistono molti siti e app dedicati e vivaci gruppi di acquisto/vendita sui social….  

Nuova vita ad abiti e tessuti con il riuso creativo

Prima di buttare via un tessuto, pensa se può essere riusato per altri scopi: panni per la pulizia, tovagliette, maschere per il carnevale sono alla portata di tutti. Per chi invece è abile con ago, filo e creatività, i tessuti di vecchi vestiti, calzini, lenzuola o foulard possono diventare un vero e proprio pozzo d’ispirazione. Le idee sono infinite e se si ha un po’ di manualità è possibile realizzare patchwork, borse per la spesa, piccoli pupazzetti …In questo articolo su Tutto Green, per esempio, trovi qualche ispirazione per dare nuova vita a un paio di jeans sgualciti.

La produzione di tessuti richiede molte risorse ed energia. Gli abiti, le stoffe per la casa e molti altri accessori sono costituiti da fibre di origine naturale come il cotone, la lana, la seta. Quelli con fibre sintetiche come il poliestrere, il nylon, l’acrilico, invece, richiedono molto tempo per decomporsi. Non sprechiamoli.

Raccolta differenziata dei rifiuti tessili. Dove li butto?

Nonostante tutte le strategie di riutilizzo che ti abbiamo finora elencato, ci sono però casi in cui è davvero necessario disfarsi di abiti e tessuti sgualciti, non riparabili e non riutilizzabili. Abiti, lenzuola, strofinacci, coperte e tovaglie consumate che, per un motivo o per l’altro, sono irrecuperabili vanno conferiti nelle apposite campane gialle di raccolta differenziata dei tessuti presenti sul territorio,  nei centri di raccolta che accettano il ritiro o, a volte, anche presso le caritas delle parrocchie.

 

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